Athena

Langues d'Europe

Accueil Documents AMC ORA ITALIA - Italiano: Il Brevetto Europeo, ancora un’occasione mancata per l’Italia e per la Commissione Europea

ORA ITALIA - Italiano: Il Brevetto Europeo, ancora un’occasione mancata per l’Italia e per la Commissione Europea

Il brevetto europeo e la ratificazione del Protocollo di Londra, al dilà della complessa problematica relativa all’opportunità di un brevetto europeo nella forma attuale, della quale parleremo in uno dei prossimi numeri di Ora Italia, presenta un problema linguistico che vede, ancora una volta, l’Italia discriminata in confronto agli altri grandi Paesi d’Europa: Francia, Germania e Regno Unito.

Alla fine degli anni novanta, inizio duemila, c’era stato il tentativo di imporre l’inglese come lingua unica per la deposizione del brevetto europeo, finalmente il dibattito pubblico con l’intervento delle associazioni di difesa delle lingue e, soprattutto il lavoro svolto a livello politico da Francia e Germania hanno fatto si che le lingue ritenute sono state: il francese, il tedesco e l’inglese. Non si può fare a meno di chiedersi perché l’Italia non è stata in grado di ottenere lo stesso resultato.

Attualmnete, tuttavia, nonostante le incessanti manovre di certi gruppi di pressione, il Protocollo di Londra non è ancora in funzione perché la Francia non lo ha ancora ratificato a causa delle pesanti ipoteche e incognite che gravano su questo progetto di una assai complicata tecnicità.  L’attuale Governo francese sembrerebbe intenzionato a ratificarlo, secondo un articolo del Ministro della Ricerca Valerie Pécresse e del Segretario di Stato per gli Affari Europei, Jean-Pierre Jouyet, apparso nel giornale Le Monde dell’ 11 Luglio 2007 con il titolo “Le brevet européen maintenant !”.

Non ci resta dunque che sperare che le attivissime associazioni francesi di difesa della lingua e della cultura riescano a scongiurare il pericolo della ratificazione, in quanto oltre all’aspetto linguistico che minaccia comunque anche il francese, nella misura in cui  esiste una dinamica, soprattutto delle grandi imprese, che favorisce l’inglese, il Protocollo di Londra comporta gravi pericoli per l’insieme della cultura europea in senso largo, anche nella concezione della protezione del diritto d’autore.

L’ideale sarebbe che la Commissione Europea si decidesse a dar vita al “Brevetto comunitario” che è in preparazione da tempo  e che potrebbe o dovrebbe poter mettere in piedi un sistema più aderente alla realtà e alle esigenze dell’Europa Comunitaria. C’è da sperare che l’Italia non si farà sfuggire anche questa opportunità.

Anna Maria Campogrande