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Langues d'Europe

Lettera a Corrado Augias: Il nostro futuro è l'Europa non l'America

À : Corrado Augias (E-mail)
Objet : Il nostro futuro è l'Europa non l'America

Caro Corrado Augias,

La notizia che in Italia si vuol far studiare l'inglese ai bambini della prima elementare è un annuncio sconvolgente, una vera catastrofe nazionale.  Ai bambini bisogna far studiare il Latino, non una linguaccia da predatori che veicola essenzialmente i valori del capitalismo, del mercantilismo, del profitto e del colonialismo economico e culturale. L'inglese, in cosí giovane età, rovinerà, per sempre, la "forma mentis" dei bambini, l'approccio logico e rigoroso che ci viene dal latino e sconvolgerà, il modello culturale italiano che fa parte del nostro patrimonio comune.

Questo servilismo, nei confronti del potere economico dominante, non solo, è deleterio per la formazione dei giovani e per la sopravvivenza della nostra civiltà ma non è neanche un investimento saggio per le eventuali relazioni con il Mondo. Anzitutto perché si prescinde dal fatto che il nostro mondo più vicino destinato ad entrare sempre dipiù nel nostro quotidiano è l'Europa, in seno alla quale, ci sono lingue molto più belle, più importanti e soprattutto più formative dell'Inglese come, ad esempio, il Francese e il Tedesco. In secondo luogo perché non c'è nessuna garanzia che gli Stati Uniti avranno, tra venti anni, lo stesso peso che hanno oggi a livello mondiale. Se continuano sul cammino intrapreso, che porta ovunque guerra, morte e oltraggio, gli Stati Uniti potrebbero anche non esistere più nella loro forma attuale. La storia ci insegna che tutto ha un fine. E' crollato il muro di Berlino, l'URSS non esiste più, il nazismo, per fortuna, lo vediamo solo al cinema, non vedo perché l'imperialismo americano dovrebbe essere eterno. L'Italia deve pensare ad un suo inserimento adeguato nell'Europa comunitaria che è il nostro futuro. Allorché il mercato del lavoro sarà completamente aperto, gli italiani che vorranno andare a esercitare la loro professione a Berlino, a Parigi, a Monaco, Barcellona o a Bruxelles, che cosa faranno? Parleranno in americano?

C'è, soprattutto, da tenere conto del fatto che delle buone basi di Latino conferiscono una forma mentis adeguata al nostro modello di civiltà e danno un più facile accesso a qualsiasi lingua europea.

Se si volesse, a tutti i costi, far studiare una lingua straniera ai bambini delle elementari, il che non mi pare opportuno, in quanto la migliore base resta sempre una profonda conoscenza della propria lingua e della propria cultura, si dovrebbe piuttosto far studiare il tedesco che è una lingua formativa, strutturante e che dà facile accesso a tutte le lingue nordiche, incluso l'inglese. Quest'ultimo invece non è una lingua formativa, né dà accesso ad altre lingue.

La formazione dei giovani deve essere orientata sul modello umanistico che ci proviene dalla nostra storia e che fu alla base della riforma Gentile che insegnava ai giovani a "ragionare", ad avere capacità di analisi e di sintesi e non ad essere dei piccoli affaristi, pappagalli e pragmatici. Per i bisogni di un normale cittadino italiano, e qualora lo si ritenga soggettivamente opportuno, l'inglese può essere studiato  per due o tre anni all'università. L'educazione nazionale non può avere, nei confronti dell'inglese, un atteggiamento da Paese colonizzato, un tale comportamento è contrario  all'interesse generale dell'Italia, degli Italiani e anche dell'Europa in quanto equivale a riconoscere una supremazia che non ha nessun riscontro nella realtà.

E' necessario e urgente fare qualcosa per evitare la catastrofe nazionale di destrutturare i nostri giovani e privarli dei punti di riferimento di quella che è la civiltà nella quale sono nati e che costituisce la loro unica, vera, ricchezza. Senza il latino, senza l'italiano, non ci sarebbero stati neanche Leonardo, Michelangelo, Botticelli, Verdi, Puccini, San Francesco, il Palladio e tutti gli altri. E' la nostra lingua che, già nel seno materno, forgia il nostro modo di essere e di pensare, perché si registra nei circuiti cerebrali che, in seguito, ne riproducono automaticamente la costruzione armonica in tutte le espressioni dello spirito, del pensiero, dell'arte e della bellezza.

Al punto in cui siamo solo una campagna di stampa può, forse, salvarci dai danni irreparabili che il declino della nostra lingua e della nostra cultura arrecherebbe all'Italia, all'Europa e al Mondo intero,

Anna Maria Campogrande