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Lettera aperta a Jàn Figel, Membro della Commissione Europea, Responsabile per l’Educazione, Cultura e Multilinguismo

Bruxelles, 30 Marzo 2005

Signor Jàn Figel
Membro della Commissione Europea
Responsabile per l’Educazione, Cultura e Multilinguismo

Oggetto: Conférenza: E-learning

Signor Commissario,

Riferendoci alla conferenza in oggetto e al correlativo indirizzo elettronico riportato in calce, abbiamo l’onore di segnalarLe che, in conformità con tutti i siti e le informazioni dispensate quotidianamente “urbi et orbi” dalla Commissione, esso fornisce al cittadino europeo informazioni solo in inglese.  Ci permettiamo precisare, a questo proposito, che i suddetti siti e indirizzi elettronici della Commissione, anche quando si presentano come multilingui, il più delle volte, non mantengono le loro promesse e rinviano sistematicamente all’inglese.

Le saremmo, pertanto, grati se volesse spiegarci le ragioni per le quali l’italiano, il francese, il tedesco, lo spagnolo, le grandi lingue europee, perfino le lingue veicolari del Belgio, Paese che accoglie le istituzioni europee, sono state eliminate dall’uso corrente nel funzionamento quotidiano della Commissione.

I cittadini europei, e in particolare quelli appartenenti agli Stati Membri fondatori, che godono di diritti, anche linguistici, acquisiti da decenni, sono sempre più numerosi a pensare che le istituzioni europee si stiano prendendo gioco di loro e che, così facendo, stiano trasformando il processo di integrazione europea nel buco nero della democrazia in Europa.

La Commissione, alla quale incombe il compito istituzionale di comporre gli interessi specifici e particolari degli Stati Membri in un’ottica di salvaguardia dell’interesse generale della Comunità Europea, non può cedere alle pressioni delle multinazionali e del potere economico dominante e imporre l’uso dell’inglese come unica lingua veicolare perché, così facendo, non fa altro che creare le condizioni per nuove ostilità e nuovi conflitti, per porre termine ai quali, erano state create, giusto appunto, le Comunità Europee.

Lei stesso, Signor Commissario, come può pretendere di essere credibile nel comprendere, rappresentare e rendere effettivo il Multilinguismo, in seno alla Commissione e nell’Europa comunitaria, allorché si esprime sempre, esclusivamente in inglese? Dal Suo insediamento, in seno al Collegio, non l’abbiamo mai sentita pronunciare una sola allocuzione, un solo discorso, mai visto un Suo documento di lavoro, in italiano, in francese, in tedesco, in spagnolo. Può avere la gentilezza di spiegarci in che cosa consiste il Multilinguismo, sbandierato ai quattro venti dalla Commissione, allorché i cittadini vengono a trovarsi, in tutte le manifestazioni emananti dalle istituzioni europee, quotidianamente confrontati con il muro dell’inglese. Un muro che sta diventando più brutale e alienante di quello di Berlino.

Ci permettiamo di attirare la Sua attenzione sul fatto che, eliminando l’uso corrente delle grandi lingue europee, la Commissione e le altre istituzioni europee interrompono il contatto diretto con le popolazioni e tagliano fuori dal progetto dell’Europa unita milioni di cittadini che non si sentiranno mai più coinvolti, a pieno titolo, in quanto soggetti di diritto, nel processo di integrazione in corso. I risultati sono peraltro già evidenti nel disinteresse manifestato dal tasso di partecipazione all’elezione del Parlamento Europeo e, ancora una volta, al referendum sulla Costituzione in Spagna.

La politica linguistica della Commissione, lascia chiaramente intendere che la lingua inglese è stata investita del ruolo di lingua “superiore”, allorché tutte le altre  hanno perso, in pratica, il loro statuto di lingue di lavoro, essendo sempre meno presenti in tutte le forme di espressione di questa istituzione, poiché,  a causa dei successivi allargamenti, i costi del multilinguismo sarebbero diventati eccessivi. Un tale approccio non può che creare nell’animo del cittadino europeo un pericoloso assioma che consiste a dire: “Più Paesi, meno diritti, meno democrazia”. Avanzare il pretesto che il multilinguismo è troppo caro equivale a dire che costruire l’Europa è troppo caro, ovvero che l’Europa non è una priorità politica.

E’ quanto mai sorprendente constatare che la Commissione invece di studiare con impegno i modi e i mezzi per integrare le nuove lingue nel funzionamento quotidiano delle istituzioni, ha deciso di privilegiarne una sola, l’inglese, e di fare delle altre di tutt’erba un fascio trasformando in lingue “minori” tutte le lingue europee, dal tedesco al maltese, creando inoltre confusioni inammissibili tra lingue ufficiali, lingue regionali e dialetti.

Ciò indica, quanto meno, che coloro che hanno reso possibile una tale confusione e un tale arbitrio non hanno compreso il significato profondo dell’integrazione europea e testimonia di una profonda mancanza di rispetto delle regole del vivere insieme, secondo i principi della democrazia. Ciò significa, inoltre, che gli Europei sono stati derubati del loro progetto originale che sta trasformandosi, sotto i loro occhi, in una banale organizzazione internazionale senz’anima, con approcci sempre più intergovernativi, strumento di discriminazioni sferzanti, territorio di conquista di poteri estranei.

La mancanza di chiaroveggenza, manifestata dalla Commissione e dalle altre istituzioni europee, per la questione linguistica, genera grande inquietudine tra coloro che hanno compreso i pericoli ai quali l’Europa va incontro con l’imposizione, a tutto raggio, dell’inglese ai cittadini europei, i quali, al momento opportuno, non si rassegneranno a perdere la loro lingua e la loro identità e faranno naufragare il progetto di integrazione.

Il recente sopruso di imporre l’inglese, come lingua obbligatoria, a partire dalle classi elementari, nei programmi di istruzione nazionale degli Stati Membri, su ispirazione della Direzione Generale Educazione e Cultura, costituisce l’equivalente delle leggi razziali dei nostri giorni. Ciò infatti interferisce nella strutturazione della “forma mentis” dei fanciulli in tenera età scompigliandone i punti di riferimento, violando il loro legame privilegiato con  la lingua materna che è il solo a poter conferire radici culturali e identità. Ancor più grave, queste manipolazioni dell’identità dei popoli europei li pone in una situazione di sudditanza rispetto alla lingua superiore e crea due categorie di cittadini, quelli di lingua materna inglese e gli altri.

E’ come dire che “mutatis mutandis” siamo ricaduti in pieno nella logica della razza superiore della quale il mondo intero non ha tregua di celebrare i misfatti.

L’Europa ha bisogno, con urgenza, di una strategia d’insieme per regolare la questione linguistica che comporti, in particolare per le istituzioni europee, la messa a punto di un sistema, basato su parametri obiettivi, che miri a trovare un equilibrio tra lingue e popolazione e che tenga conto, tra l’altro e anzitutto, del peso demografico degli Stati Membri e dei criteri di rappresentatività normalmente in uso nel contesto istituzionale europeo.

Signor Commissario, in allegato ci permettiamo inviarLe il resoconto di una riunione di esperti, sul multilinguismo nelle istituzioni europee e in Europa, tenutasi sotto l’egida della Commissione il 27 e 28 Gennaio 2003, le cui riflessioni e conclusioni possono essere fonte di costruttiva e fruttuosa ispirazione per Lei e per la Commissione nel suo insieme. Qualora Lei lo volesse, noi saremmo a Sua completa disposizione per contribuire alla messa a punto di una strategia d’insieme assortita di un sistema linguistico, o codice di buona condotta, ad uso della Commissione e delle altre istituzioni europee, che si ispiri al metodo comunitario.

La ringraziamo per la Sua attenzione e speriamo poter contribuire, con il Suo benestare, a risolvere in modo equo e giusto la questione linguistica europea.

Anna Maria Campogrande
Membro del Comitato Esecutivo di “Action et Défense-Belgique”
Responsabile per la questione linguistica

Copia: Presidente José Manuel Barroso, Vicepresidenti Jacques Barrot, Franco Frattini , Slim Kallas

http://www.elearningconference.org/conference_program/index.htm